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sabato 5 dicembre 2015

Verbale riunione Direttivo del 21/11/2015

Giorno 21/11/2015 alle ore 11.00 ad Acireale inizia la riunione del Direttivo Regionale della SITD-Sicilia.
Sono presenti il Presidente dott. La Rosa, i componenti: dott. Russo, il dr. Busà, dott. La Rocca, dr. Marrella, sono assenti: dott. Falco, dott. Romano, dott.Pintus, dr.ssa Di Cristina, dott. Brogna,; sono presenti, inoltre, il segretario dr.  Spinnato, il consigliere nazionale dr. Gionfriddo e il dott. de Bernardis in qualità di Coordinatore del Comitato Scientifico, partecipanti al Direttivo senza diritto di voto.
Il Presidente dr. La Rosa verificato il raggiungimento del numero legale da inizio ai lavori del Direttivo.
Il Presidente avvia la discussione sul primo punto all’ordine del giorno: valutazione deli eventi formativi 2015, nello specifico: seminario alcologia di Caltanissetta, sezione coordinata da SITD all’interno del Congresso Nazionale SIP di Taormina, Convegno Regionale di Messina.
i presenti confermano il giudizio positivo sugli eventi anche in relazione ai feed-back pervenuti dai partecipanti, in particolare il dr Russo riferisce dei riscontri positivi nell’ambito territoriale di Messina per il convegno regionale, anche da parte dei colleghi della salute mentale, interessante il contatto con il Centro Antiveleni di Pavia che può portare a ulteriori collaborazioni tra questo e i servizi nell’ambito delle nuove droghe. in riferimento alle iscrizioni si sottolinea per il futuro di attivarsi per accreditare gli eventi formativi anche per gli assistenti sociali e a tal proposito si da mandato al dr Spinnato, geograficamente vicino alla sede dell’ordine di avviare i contatti.
si passa quindi al secondo punto all’ordine del giorno: la programmazione delle attività formative del 2016.
in relazione alla previsione di risorse disponibili si programmano due eventi:
  1. un convegno sulla pluralità dei trattamenti nelle dipendenze con particolare riferimento ai trattamenti farmacologici non sostitutivi che si terrà nell’area costiera meridionale e della cui organizzazione si faranno carico i dott.ri Marrella, La Rosa, Falco e Spinnato
  2. un convegno sulla prevenzione primaria, secondaria e terziaria nelle dipendenze, che si terrà nell’ambito territoriale di Catania e di cui si faranno carico i dott.ri de Bernardis, Busà, Pintus e Russo)
Un terzo evento sugli aspetti giuridici e legali sarà svolto in collaborazione con le comunità terapeutiche e sarà promosso dai dott.ri La Rocca, de Bernardis e Romano
Il dr. Gionfriddo riferisce dei contatti con l’Università di Catania per l’organizzazione di un Master Universitario di II livello
il Dr de Bernardis chie agli organizzatori degli eventi formativi di raccogliere i contributi in modo da metterli sul sito.
il Direttivo si conclude alle ore 13.00
Il Segretario 
GIAMPAOLO SPINNATO
                                 
                                
 Il Presidente
PLACIDO LA ROSA
                                           

venerdì 4 dicembre 2015

Alcol e sicurezza nei luoghi di lavoro

Nelle occasioni di confronto tra professionisti delle dipendenze, parecchie volte si è discusso sulle problematiche relative al rapporto tra uso di alcolici ed attività lavorativa.

Esiste in tal senso una normativa specifica che sarebbe opportuno che tutti gli attori interessati (aziende pubbliche e private) incominciassero a rispettare.

Nell'attesa che ciò si realizzi, è utile iniziare a discutere e a far riflettere i lavoratori sulla suddetta problematica.

Placido La Rosa, in tal senso, ci segnala un'iniziativa formativa che sta portando avanti insieme con il dott. Matraxia (medico competente aziendale), nei confronti dei dipendenti dell'ASP di Caltanissetta. Questa è la 2° edizione, mentre la 1° si è tenuta a Gela il 28/9/15.

Si riporta copia del depliant dell'evento; gli interessati potranno contattare gli organizzatori.





Per ingrandire le immagini basta cliccarle.

giovedì 3 dicembre 2015

Proposta di modulo di consenso informato off-label

Discutendo di baclofene e di altri farmaci utilizzati in clinica in maniera difforme dalla scheda tecnica, il presidente della sezione regionale siciliana Placido La Rosa ha preparato un possibile "Modulo di consenso informato off-label", che ha già utilizzato appunto per la prescrizione di baclofene ad un soggetto alcolista con cirrosi epatica.

Il modulo è stato preparato sulla base delle indicazioni pubblicate dal presidente nazionale Luigi Stella.

Invitiamo i soci a esprimere il proprio parere su tale problematica, non solo per confrontare le rispettive opinioni, ma anche con la finalità di creare un modulo condiviso proposto dalla nostra sezione, da poter utilizzare per tutti i casi di prescrizione off-label.


Guida alla Prescrizione del Baclofene nel Trattamento dell'Alcolismo – ad uso dei Medici


clicca per scaricare la guida in Italiano

Su richiesta di Philippe, aka DonQuixote, amministratore del forum tedesco di auto-mutuo-aiuto http://www.forum-baclofen.com e del sito informativo http://www.baclofen.wiki, ho tradotto in Italiano una guida destinata ai medici, scritta originariamente in Francese per i colleghi francesi dai clinici pionieri di questo trattamento, poi tradotta in Inglese e pubblicata nel British Journal of Medicine and Medical Research 4(5): 1164-1174 (2014), e successivamente portata al Tedesco ed all'Olandese.

La guida presenta per sommi capi il razionale dell'uso del baclofene ad alte dosi nell'alcolismo e descrive in pratica le fasi di inizio, mantenimento e disimpegno dalla terapia. Contiene una presentazione dei principali effetti collaterali indesiderati, uno schema di consenso informato che il clinico potrà adattare alla sua situazione lavorativa, e una tabella con le posologie consigliate nei primi due mesi di trattamento.

Mi sembra una lettura interessante sia per chi voglia prescrivere off-label secondo legge 94/98, sia per chi preferisca per ora aspettare gli eventi.

A mio avviso il baclofene non sostituisce nessun altro trattamento ma può accostarsi utilmente a quelli già disponibili nell'alcolismo e probabilmente nelle altre dipendenze patologiche; sta a noi terapeuti produrre conoscenza e farla circolare, perché trattandosi di un vecchio farmaco, disponibile come generico a basso costo, vi è poco o nulla interesse alla registrazione presso le Autorità sanitarie ed all'informazione scientifica professionale.







sabato 28 novembre 2015

Il baclofene ad alte dosi nella terapia dell'alcolismo (e di altre dipendenze patologiche)

https://docs.google.com/presentation/d/152HtOlCAcjhAdEDf8XhEVzQViBJpEsrRFhQPRYWE4ow/edit#slide=id.ge8fdf5104_2_36

Vista la disponibilità di un maggior tempo a disposizione, poiché alcuni dei relatori previsti non hanno potuto partecipare, la presidenza del congresso regionale SIA gentilmente mi ha messo a disposizione più tempo, ed ho potuto portare all'attenzione dei presenti una presentazione su un altro argomento a mio avviso di grande interesse, e cioè il ruolo del baclofene ad alte dosi nella terapia dell'alcolismo e di altre dipendenze patologiche.

Infatti, nella vicina Francia negli ultimi anni si è affermata al di là di ogni previsione la terapia della dipendenza e dell'uso problematico di bevande alcoliche con dosi elevate di baclofene, un farmaco miorilassante già in uso dagli anni '60 del secolo scorso.

I primi inventori di questa metodica, che ne detengono anche il brevetto, sono il prof. Giovanni Addolorato (del direttivo nazionale SITD) ed il suo gruppo di ricerca dell'Università Cattolica di Roma, che hanno dimostrato che il farmaco a dosaggi pari a quelli usati in neurologia, nelle spasticità, è in grado di ridurre appetizione compulsiva e consumo di alcolici nell'uomo. Il gruppo ha dimostrato anche che il farmaco può venire utilizzato con una certa sicurezza anche in soggetti con grave insufficienza epatica, e tale conoscenza è diventata di pubblico dominio da parte di epatologi e trapiantologi di tutto il mondo, e riversata nelle più recenti linee guida.

In Francia l'uso del baclofene ha preso una via diversa, grazie all'iniziativa di un medico cardiologo (e pianista) affetto da una grave forma di alcolismo, di nome Olivier Ameisen, che dopo aver incidentalmente avuto notizia da un articolo giornalistico degli studi precedenti, ha deciso coraggiosamente di provare su di sè il farmaco, innalzandone gradualmente il dosaggio ai livelli utilizzati nella ricerca pre-clinica sull'animale da laboratorio, e riuscendo per la prima volta - dopo una pluriennale odissea di trattamenti farmacologici, riabilitativi, di gruppo e residenziali - ad essere indifferente alle bevande alcoliche ed addirittura a poterne fare uso sperimentale senza subire una ricaduta. Il dottor Ameisen ha pubblicato la sua esperienza in lavori scientifici ed in un libro tradotto in varie lingue (non l'italiano, purtroppo), ed i clinici francesi hanno raccolto il testimone e continuato il suo lavoro anche dopo la sua morte, avvenuta per infarto nel 2013.

Questa peculiare via francese è stata radicalmente diversa da quella italiana anche perché in Italia disponiamo da circa vent'anni di un farmaco con meccanismo d'azione parzialmente sovrapponibile, il sodio oxibato (Alcover), anch'esso agonista come il baclofene dei recettori GABA B, ed i nostri clinici danno per scontata la disponibilità di un simile "ferro del mestiere". Il sodio oxibato per motivi di libertà legislativa di ciascuno stato è disponibile solo in Italia ed Austria, e quindi la Francia ha dovuto costruire questo tipo di approccio terapeutico in ritardo di molti anni; ed altre nazioni sembra la stiano seguendo.

La presentazione ripercorre brevemente la storia dell'uso del baclofene nell'alcolismo, a partire dai lavori di Addolorato e collaboratori, passando dall'intuizione di Olivier Ameisen, dall'accoglienza da parte dei clinici francesi che hanno definito le modalità di impiego del farmaco, fino all'autorizzazione temporanea per tre anni consentita dalle autorità regulatorie francesi nel 2014 per consentire l'uso ufficiale del farmaco e studiarne effetti e sicurezza. Vengono presentati anche lo studio clinico controllato in tema già pubblicato (il tedesco Baclad) e quelli in attesa di pubblicazione (Bacloville ed Alpadir) ed i numerosi tentativi di utilizzare il baclofene in altre dipendenze patologiche, con casisteiche d'uso che hanno mostrato risultati interessanti.

Bisogna ricordare che ad oggi nel nostro Paese il baclofene non è autorizzato nella clinica delle dipendenze patologiche, e pertanto va osservata la vigente normativa sui farmaci off-label, cioè la legge 94/1998, che in buona sostanza permette l'uso di un farmaco per indicazioni (o dosi, vie di somministrazione etc.) non previste in scheda tecnica, a patto che altre alternative terapeutiche autorizzate non siano percorribili, sia rispondente a Letteratura scientifica chiaramente acclarata, non a carico del Sistema Sanitario Nazionale, e su diretta responsabilità del medico che deve presentare ed ottenere il consenso informato del paziente.

Per rimanere informati sui prossimi sviluppi, consiglio di seguire su Twitter l'account @baclofenews, che pubblica gli studi più recenti sia sul baclofene che - più in generale - sul ruolo del recettore GABA B ed i farmaci che lo influenzano.

Anche in questo caso, sarebbe bello che chi fosse interessato all'argomento commentasse in calce per aprire una discussione.

Trattamento farmacologico alcologico in pazienti neoplastici

Il 28 novembre 2015, a Pergusa, si è tenuto il congresso della sezione regionale della SIA (Società Italiana di Alcologia). Molti dei presenti e soci sono anche soci SITD, e le due società scientifiche regionali hanno una notevole sovrapposizione sia di interessi scientifici e professionali.

Non ho a disposizione le presentazioni degli altri relatori, ma metto a disposizione il mio contributo sul trattamento farmacologico alcologico nei pazienti neoplastici.

In realtà, essendovi pochi o niente studi sull'argomento, la presentazione si basa sulle controindicazioni e sulle cautele descritte dagli RCP (Riassunti delle Caratteristiche del Prodotto) depositate all'agenzia regulatoria italiana, l'AIFA.

Queste monografie hanno un'indubbia veste ufficiale, ed il medico non può non tenerne conto, anche se poi l'opportunità della prescrizione dell'uno piuttosto che dell'altro farmaco dipende da molti altri fattori, e prima di tutto le effettive condizioni del paziente e la loro più probabile evoluzione, e poi anche la specifica esperienza clinica del terapeuta, ed il più generale bilancio tra rischi e benefici.

In termini medico-legali, comunque, le RCP sono tra le prime fonti che un magistrato o il suo CTU terrà presente, soprattutto nell'assenza di linee guida ufficiale, e quindi è bene conoscerle e tenerne conto anche per la propria tranquillità professionale.

Quanto esposto in questa presentazione comunque è frutto di un'elaborazione che dovrebbe essere allargata ad internisti ed oncologi, e pertanto è senz'altro perfettibile; sarebbe bello se gli interessati volessero commentare in calce con i propri pareri e le proprie critiche.



lunedì 23 novembre 2015

Interazione tra farmaci sostitutivi e terapia farmacologica



Nell'ambito del seminario sulla doppia diagnosi, organizzato dalla SITD Sicilia, e tenuto il 15-10-2015 a Taormina nel corso del 47esimo congresso nazionale della SIP (Società Italiana di Psichiatria), è stato presentato da Placido La Rosa, presidente della nostra sezione regionale siciliana, un interessante intervento volto a dare conto ai colleghi psichiatri delle particolari interazioni tra le "loro" terapie psicofarmacologiche, e le "nostre" terapie sostitutive.

Pubblichiamo qui la presentazione, che potrà essere utile ai soci in analoghe situazione di reciproco aggiornamento tra sanitari di diversa esperienza clinica o specializzazione.

sabato 14 novembre 2015

Tecnologia e addiction: nuove sfide e nuove strategie

Il congresso nazionale SITD di Milano del 12 e 13 novembre 2015 ha presentato le applicazioni delle nuove tecnologie alla terapia delle dipendenze patologiche, affrontando il tema sia dalla parte dei sanitari che degli utenti.

In fase di apertura, il presidente nazionale Luigi Stella ha chiesto ai presidenti di tutte le sezioni regionali di adoperarsi per includere aggiornamenti in merito nei futuri eventi regionali in fase di programmazione.

Per quanto riguarda l'informatica, il maggior interesse si concentrava sulle applicazioni per dispositivi mobili (telefonini e tablet, insieme alle loro periferiche indossabili come braccialetti, cerotti etc.) per controllare, limitare, monitorare l'appetizione e l'uso di sostanze o di comportamenti di interesse per le dipendenze (soprattutto alcool e gioco d'azzardo).
E' stato più volte ribadito che queste applicazioni si stanno moltiplicando - in forma in parte selvaggia e fuori dalla validazione scientifica - e qualche relatore riportava il timore che pur con le migliori intenzioni potessero rivelarsi dannose nella pratica.
E' stato presentato qualche esempio nelle diapositive mostrate, ma non ne abbiamo ancora potuto provare nessuna in maniera diretta.

Si è accennato anche a sistemi computerizzati di ausilio alla somministrazione di psicoterapie - prevalentemente di tipo cognitivo-comportamentale e già formalizzate su manuale - adatti anche a consentire la somministrazione da parte di personale non specialista, in zone periferiche o rurali (telepsichiatria).

Sono stati presentati anche dati preliminari sull'utilità della stimolazione magnetica transcranica in pazienti che chiedevano terapia per la dipendenza da cocaina. I dati sembrano molto lusinghieri; bisogna comunque tener conto che non è stato valutato ancora a dovere l'effetto placebo (sembra che il controllo non fosse sottoposto ad analoghe sessioni "finte" con questi apparati elettromedicali), che vi era in contemporanea un trattamento con disulfiram, capace già di suo di ridurre l'uso di cocaina, e che si era osservato un nutrito tasso di interruzioni del trattamento, e pertanto sarebbe stato interessante vedere i dati di efficacia per intenzione a trattare anziché per protocollo.

Nell'ambito delle comunicazioni orali, è stata insolita e di particolare interesse la presentazione di un film girato da una giovane regista, Claudia Brignone, nel SerT napoletano di Fuorigrotta. Il film si intitola "La malattia del desiderio" ed abbiamo potuto assistere alla proiezione: in pratica per noi professionisti dei SerT uno spaccato di vita di tutti i giorni, ma - immagino - per qualcuno lontano da questo mondo forse un'esplorazione che potrà suscitare emozioni forti. Su Youtube c'è la presentazione del film e c'è anche un'intervista alla regista. Il film completo gira nel circuito dei festival ma non è reperibile online, almeno per ora.

Come sezione regionale siciliana, abbiamo avuto modo di presentare il nostro lavoro degli ultimi quattro anni su Internet, e cioè il nostro blog (quello che state leggendo proprio ora), la mailing list e l'applicazione per dispositivi mobili che li riassume. La breve presentazione si può visualizzare di seguito; non ci sono le spiegazioni per ogni diapositiva, ma l'idea generale è che una situazione "a macchia di leopardo" nel nostro Paese non può essere ottimizzata che con l'impegno culturale, la collaborazione e lo scambio, se possibile nell'ambito della società scientifica. In questo la nostra relativamente piccola sezione regionale si mette a disposizione come "pesce pilota" per la società nazionale, auspicando che quest'ultima dopo aver esaminato i nostri risultati voglia portarli al suo più ampio livello.

clicca per visualizzare la presentazione

E' disponibile anche il testo del poster che accompagnava la presentazione.

I Colleghi di altre sezioni regionali hanno manifestato un certo interesse, insieme alla voglia di realizzare anche loro i propri strumenti di collegamento su Internet.
Ribadiamo senz'altro anche qui la disponibilità totale all'aiuto ed alla collaborazione.

Abbiamo anche avuto modo di presentare molto velocemente un progetto affine, per la realizzazione di un blog sulle dipendenze a livello nazionale, con la collaborazione di tutti i soci "di buona volontà" che vogliano provare a mettere a disposizione la loro cultura ed esperienza per portare la voce della SITD tra la popolazione generale ed i sanitari non specialisti nel nostro campo.

Sicuramente non sarà facile formare una simile redazione, forse per un certo pudore nel partecipare e nello scrivere, e forse anche perché non è possibile offrire nulla in cambio di questo impegno così serio.

Ma chissà, se le sezioni regionali riusciranno a creare i loro notiziari e le loro mailing list su internet, potremo mettere tutto assieme e far nascere la nostra voce comune "dal basso", come in effetti sarebbe bello che fosse.

Per concludere, è assolutamente in tema una delle diapositive presentate dal dott. Battaglia, in tema di nuove tecnologie applicate alla formazione.



Il public physician qui delineato è il protagonista di questi nostri sforzi di comunicazione su Internet, siamo noi che leggiamo, commentiamo e partecipiamo alla mailing list, ed è uno dei modi in cui la professione medica dovrà sapersi trasformare per adattarsi a quello che già è il presente.

venerdì 30 ottobre 2015

Seconda giornata di convegno







Nuove droghe, doppia diagnosi, tossicologia forense: altri spunti di grandissimo interesse, in un convegno particolarmente ben riuscito.

Il messaggio che in questo momento mi sembra più rilevante, in considerazione del territorio e della popolazione con cui lavoro, è l'opportunità di procurarsi i diagnostici urinari rapidi per cannabinoidi sintetici, catinoni e ketamina, vista la diffusione e la pericolosità di queste sostanze.

giovedì 29 ottobre 2015

Prima giornata di convegno SITD Sicilia 2015







Uso di farmaci off-label nelle dipendenze, problemi di uso improprio dei farmaci, caratteristiche del craving, ed uso del baclofene nei disturbi da alcol.
Un pomeriggio interessante.

venerdì 16 ottobre 2015

Metadone, misuso e diversione



Sono stato al congresso nazionale Federserd di Firenze, incentrato su misuso e diversione, ed ho sostituito Salvatore Giancane, che era il relatore scelto per misuso e diversione del metadone, e che aveva problemi che gli hanno impedito di partecipare.

Ho portato una mia relazione, che, se dovesse essere di interesse per qualcuno, è disponibile per visione e scaricamento .

Ernesto de Bernardis

domenica 11 ottobre 2015

Si riposi in pace

Il Direttivo ed il Comitato Scientifico della sezione regionale siciliana della SITD, e i soci tutti, si uniscono alla famiglia del Socio e Collega dott. Vinicio Romano, recentemente passato a vita migliore...
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FINALMENTE IN PENSIONE !!!




Con la sopraggiunta quiescenza, e la serenità raggiunta escludendo finalmente dalla sua vita ogni datore di lavoro, Vinicio ci assicura che non ha nessuna intenzione di sospendere la sua attività in SITD, ma anzi speriamo sia ancora più disponibile a partecipare ed a mettere in gioco l'esperienza, il calore umano e la profonda competenza di cui tutti siamo stati testimoni in questi anni.
Auguri Vinicio!



Direttivo dell'11 ottobre 2015


In data 11-10-2015 alle ore 11.20 si riunisce il Direttivo della Sezione regionale Siciliana della SITD, presso lo studio del dott. V. Romano in Piazza Armerina.
Presenti il Presidente P. La Rosa ed i componenti del Direttivo P. Falco, P. Russo , G. Marrella e V. Romano; presenti inoltre senza diritto di voto il coordinatore del comitato scientifico E. de Bernardis ed il componente del Direttivo Nazionale R. Gionfriddo.
Constatata la presenza del numero legale si procede alla discussione. In assenza del Segretario G. Spinnato, verbalizza E. de Bernardis.

1) Organizzazione del Congresso di Messina. Il Presidente P. La Rosa ed il Direttore scientifico P. Russo relazionano sulle significative difficoltà affrontate. In particolare, si è riusciti a contenere in parte i costi organizzativi mantenendo i contenuti scientifici preventivati, e ciò ha fatto sì che i fondi disponibili dalle quote di iscrizione, in aggiunta alle sponsorizzazioni ricevute, abbiano portato in pareggio il bilancio preventivo dell'evento.
Non è stato necessario, come inizialmente paventato, imporre un contributo di partecipazione ai soci SITD in regola con la quota di iscrizione, che quindi potranno accedere gratuitamente ai lavori.
Vengono riportati i nomi degli sponsor che hanno contribuito, e l'entità della contribuzione; vengono inoltre richiamati i nomi degli sponsor che hanno rifiutato il contributo, o pur avendolo preventivato non lo hanno finalizzato.
Allo scopo di conseguire un risparmio che consenta di allocare alla componente scientifica i pochi fondi disponibili, viene proposto per i futuri eventi di valutare il mercato delle agenzie organizzatrici locali, in maniera da selezionare la proposta economicamente più conveniente, a parità di offerta organizzativa. Altresì, viene sollevato il tema del rapporto tra Direttivo Nazionale e Direttivi Regionali nel controllo delle risorse da attribuire alle Sezioni Regionali, ed in particolare i criteri con cui i fondi vengono suddivisi tra le varie sezioni, e se i rapporti con gli sponsor debbano continuare ad essere mediati dalla struttura nazionale o possano essere intrattenuti direttamente con le strutture locali.

2) R. Gionfriddo, componente del Direttivo Nazionale, riporta brevemente i punti salienti relativi all'ultima riunione avvenuta lo scorso settembre a Roma, ed in particolare l'analogia tra le tematiche sopra descritte e quelle relative alle iniziative nazionali.

3) Si affronta il tema dell'App SITD Sicilia. P. Falco ringrazia per il lavoro di programmazione svolto, il Presidente P. La Rosa stimola i componenti del Direttivo a produrre contenuti di interesse organizzativo e scientifico per la pubblicazione nel Blog e nell'App.
Il coordinatore del comitato scientifico E. de Bernardis ricorda come il Direttivo Nazionale abbia accettato la proposta di realizzare un Blog simile costituendo una redazione di soci interessati, e che ciò verrà annunciato nel corso dell'imminente evento nazionale di Milano dedicato alle nuove tecnologie nelle dipendenze patologiche.
Accenna inoltre ai componenti del Direttivo regionale la tematica dei "serious games" prevista nel suddetto evento, ossia l'utilizzo delle modalità tipiche dei giochi su smartphone per facilitare il controllo del craving e la prevenzione della ricaduta, o anche - come commenta G. Marrella - per la prevenzione in ambito di popolazione generale. A tal proposito il Presidente P. La Rosa riporta i contatti intercorsi con un docente universitario di psicologia con l'ipotesi di condurre studi in collaborazione, che potrebbe anche essere portati su questo terreno.
Infine, E. de Bernardis ricorda l'impegno di preparare un poster sull'App e sulla sua utilità per la sezione regionale per l'evento di Milano, e chiede a tal proposito la collaborazione dei componenti del Direttivo, che la assicurano.

4) In merito all'imminente Simposio sulla doppia diagnosi, nel corso del congresso della SIP (Società Italiana di Psichiatria) di Taormina, R. Gionfriddo riporta che verrà tenuto giovedì 15 ottobre dalle 11 alle 13, con la partecipazione anche di P. La Rosa, V. Romano e G. La Rocca.
L'ingresso sarà aperto ai soci SITD anche se non iscritti alla SIP. Verranno illustrate agli psichiatri presenti tematiche specifiche della medicina delle dipendenze, come ad esempio la terapia sostitutiva, che ad oggi non rientra nel curriculum formativo delle scuole di specializzazione in psichiatria.

5) P. Falco relaziona sulla sua recente partecipazione come delegato del Sud Italia presso l'Istituto Superiore di Sanità ai lavori per la fondazione dell'Osservatorio Nazionale sul G.A.P. (gioco d'azzardo patologico), insieme a P. Jarre (per il Nord) e C. Leonardi (per il centro). Spiega anche come in questi giorni sia stato inviato per email a tutte le strutture interessate al G.A.P. un questionario, che consentirà una più precisa mappatura delle risorse nazionali.
R. Gionfriddo ricorda come esista un gruppo di interesse in tema a livello nazionale, a cui questa esperienza potrebbe utilmente venire riportata.

6) Si affronta il tema della programmazione degli eventi scientifici per il 2016. Il Presidente P. La Rosa riferisce come abbia già contattato le parti potenzialmente interessate per organizzare un evento, presumibilmente a Gela in periodo primaverile, focalizzato sulle terapie farmacologiche con farmaci non sostitutivi nelle dipendenze patologiche.
La prima bozza sui contenuti prevede interventi su:

  • Diverse tipologie di consumatori, diversi trattamenti
  • Prevalenza ed incidenza delle doppie diagnosi nei servizi per le dipendenze
  • Benzodiazepine: appropriatezza prescritti nelle dipendenze
  • Terapia farmacologica del craving
  • Uso del pregabalin nelle dipendenze
  • Uso degli antidepressivi e stabilizzanti dell'umore nelle dipendenze
  • Aspetti cognitivi nella depressione: nuove evidenze cliniche
  • Uso dei neurolettici nelle dipendenze
  • Esperienze dei SerT nell'uso dei farmaci non sostitutivi.

E. de Bernardis, a tal proposito, riporta i contatti intercorsi con uno sponsor disponibile a finanziare la presenza di un ricercatore internazionale nel campo della terapia con baclofene ad alte dosi per l'alcolismo, e di un altro sponsor potenzialmente disponibile a facilitare l'evento.
Il Presidente P. La Rosa prevede inoltre un secondo evento, indicativamente per l'autunno 2016, dedicato ai nuovi trattamenti resisi disponibili nelle dipendenze patologiche, ed eventualmente il loro ruolo nella terapia del cocainismo.

7) P. Russo propone il tema della riorganizzazione della pianta organica delle aziende sanitarie siciliane, a proposito della probabile decadenza della maggioranza delle unità operative semplici SerT ad ambulatori privi di autonomia organizzativa e gestionale. R. Gionfriddo commenta come sia necessario per poter incidere su tale tematica contattare il livello amministrativo e politico presso l'Assessorato regionale alla Sanità, e si suggerisce di tentare una collaborazione con altre società scientifiche regionali in comunanza di intenti.

Verso le 13.40 la riunione del Direttivo viene conclusa.


giovedì 8 ottobre 2015

XXIV Congresso Nazionale AICAT in Sicilia



Nei giorni 2-3-4 Ottobre 2015, si è tenuto a Petrosino (Marsala) presso l’accogliente struttura dell’Hotel Baglio Basile, il XXIV Congresso Nazionale AICAT, artefice principale dell’organizzazione, cui hanno attivamente partecipato le famiglie dei CAT di Marsala e l’ARCAT Sicilia.

Il Congresso appena concluso con un grosso successo di pubblico (OLTRE 650 ISCRITTI) si è tenuto per la prima volta in Sicilia, dopo oltre 27 anni dall’attivazione del primo CAT nel lontano 1987.

Il tema del Congresso “ Mediterraneo culla di un mondo che accoglie – I Club comunità di popoli e culture” ha sviluppato nei tre giorni i temi della multiculturalità, dell’accoglienza senza barriere, della condivisione.

Varie e tutte partecipate le sessioni durante il Congresso che ha fatto un po’ il punto sullo “stato dell’arte” dei programmi alcologici di matrice ecologico-sociale non solo in Italia , ma nel resto del mondo. Il Congresso è stato infatti preceduto il giovedi da un meeting per la ricostituzione dell’Associazione Mondiale (WACAT) che ha attraversato un momento di difficoltà.

Il Venerdi mattina lunga sessione di saluti e di interventi pubblici, dal Vescovo, al Sindaco di Petrosino, al rappresentante della Prefettura e dell’Assessorato Regionale alla Sanità e dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale. Varie testimonianze di famiglie dei Club hanno reso emotivamente coinvolgente la giornata; ancora Venerdi mattina sono state ripercorse le attività intraprese dai primi pionieri e tutte le province hanno potuto raccontare la loro storia nei programmi alcologici. La sessione scientifica del pomeriggio ha visto in campo Emanuele Scafato e Gianni Testino che hanno parlato degli aspetti preventivi sui pac. Non solo, ma si è molto discusso anche dei Club all’estero e dell’universalità della proposta di Hudolin ad ogni latitudine, laddove lavoriamo con la famiglia, elemento fondante del percorso nei Club. Altri momenti toccanti sono stati raggiunti quando il Presidente Nello Baselice ha tracciato un bilancio dei suoi otto anni di presidenza e ha passato il testimone al nuovo Presidente AICAT Marco Orsega del Veneto, che entrerà in carica il I° gennaio prossimo. La sessione Giovani (sito giovanicambiaMenti) ha portato una ventata di rinnovamento anche con l’uso delle nuove tecnologie; uno spot da loro prodotto è stato inserito su La Repubblica online (Alcohol free) con moltissime visualizzazioni.

Nella sessione di sabato sera si sono affrontati temi quali la meditazione, la trascendenza che sono l’ultima suggestione di Hudolin prima della sua dipartita.

Il Congresso è stato anche il momento della presentazione della nuove edizione critica dello storico Manuale di alcologia di Hudolin, ed Erickson che è stato curato da un gran numero di membri di Club e da un pool di coordinamento individuato dall’AICAT.



Il clima favorevole, la bellezza dei luoghi, l’ottimo cibo ed un clima empatico e festoso hanno allietato le giornate del Congresso. Nelle sere di Venerdi e Sabato un gruppo folk di Marsala e Sabato un Gruppo di canti Gospel hanno ulteriormente rafforzato il clima di condivisione; essa è stata anche il. motore della sessione interreligiosa che ha visto avvicendarsi l’Imam di Marsala, il Vescovo, un Pastore Avventista, esperti sui flussi migratori e sull’approccio transculturale ai problemi alcol correlati.

Dopo l’assemblea generale AICAT e l’approvazione del nuovo regolamento ci siamo salutati e passato il testimone alla Regione Marche che ospiterà il XXV Congresso Aicat il prossimo anno.



Hanno partecipato a tutto il Congresso un piccolo drappello di soci SITD (La Rosa, Parisi e La Rocca), questi ultimi due anche in rappresentanza della Società Italiana di Alcologia Sez, Sicilia.

Giuseppe La Rocca

venerdì 25 settembre 2015

Congresso SIA Pergusa

Ecco il programma del congresso della sezione regionale siciliana della SIA (Società Italiana di Alcologia), che si terrà a Pergusa il 28 novembre 2015 presso l'Hotel Villa Giulia.

Alcol e cancro: cosa sappiamo oggi?

8.30 registrazione dei partecipanti
9.00 Saluti

Discussant: L. Scichilone SerT S. Cataldo

9.30 Epidemiologia alcol e cancro
E. Scafato Istituto Superiore di Sanità Roma

10.00 Biochimica alcol e cancro
D. Condorelli Università Catania

10.30 Question time

10.50 Pausa

Discussant: N. Lanza SerT Bronte

Tavola rotonda Alcol cancro e stili di vita
11.10 M. Aragona Università Messina
11.30 Valenza Oncologia Ospedale Gela
11.50 G. La Rocca SerT Catania
12.10 M. Parisi SerT Nicosia

12.30 Question time

Discussant: R. Motta DSM Messina

12.45 Alcol e CA Mammario
O. Pennisi Oncologia Ospedale Taormina

13.15 Question time

13.30 Lunch

Discussant: P. La Rosa SerT Gela

15.00 Alcol e tumori dell ’apparato digerente
G. Milazzo SerT Bagheria

15.30 Alcol e malattie epatiche
G. Vizzini ISMETT Palermo

16.00 Trattamento farmacologico alcologico in pazienti neoplastici
E. de Bernardis SerT Lentini

16.30 Alcol, tumori ed elaborazione del lutto
L. Colusso Treviso

17.00 Question time e conclusioni

17.30 Questionari ECM

venerdì 11 settembre 2015

III Evento formativo regionale SITD Sicilia

E' quasi tutto pronto per il nostro III evento formativo regionale, dal titolo

Dipendenze patologiche:
nuove evidenze cliniche e terapeutiche


che si terrà il 29-30 ottobre 2015 a Messina, presso il Capo Peloro Resort di via Circuito Torre Faro. Il responsabile scientifico è il nostro Piero Russo. Sono previsti 10 crediti ECM per varie figure professionali.

Programma


Giovedì 29 Ottobre 2015

14.00 Registrazione dei partecipanti
14.15 Interventi di Apertura:
L. Stella (Presidente Nazionale SITD)
P. La Rosa (Presidente Regionale SITD Sicilia)
N. Ciraolo (Direttore Salute Mentale ASP Messina)
N. Longobardo (Direttore Area Dip. Dipendenze ASP Messina)
14.30 Introduzione ai Lavori (Inizio Sessione ECM) (P. Russo)
14.45 Lezione Magistrale - L'uso dei farmaci off-label nella terapia delle dipendenze (L. Stella)

1° SESSIONE - Attualità nella terapia della dipendenza da oppiacei
(Moderatore: P. La Rosa)
 
15.30 I trattamenti a lungo termine: Quale outcome (I. Maremmani)
16.15 Misuso, Diversione ed adeguamento dei dosaggi nelle terapie sostitutive (F. Picone)
17.00 Pausa

2° SESSIONE: Attualità nella terapia della dipendenza da alcol
(Moderatore: N. Longobardo)

17.30 La terapia anticraving nell'alcolismo: evidenze cliniche (G. Spinnato)
18.15 Recenti acquisizioni sull'uso del baclofen in alcologia (G. Addolorato)
19.00 Discussione
19.30 Chiusura Lavori Prima Giornata

Venerdì 30 Ottobre 2015

08.30 Registrazione Partecipanti

3° SESSIONE: Recenti evidenze per cannabinoidi e nuove sostanze
(Moderatore: P. Russo)

09.00 Le “nuove sostanze”: dalla tossicologia alla clinica. Gli aspetti epidemiologici per un intervento precoce (G. Locatelli)
09.45 Cannabis terapeutica: “L’altra faccia dell’amore” (G. Calapai)
10.30 Discussione
11.00 Pausa

4° SESSIONE: Addiction e Psichiatria
(Moderatore: G. Pintus)

11.15 La Comorbidità Psichiatrica: Evidenze Cliniche (A. Bruno)
12.00 Cocainismo e Disturbi Psichiatrici (R. Gionfriddo)
12.45 Discussione
13.15 Pausa Pranzo

5° SESSIONE: Problematiche medico-legali nelle dipendenze

(Moderatore: G. Marrella)

14.15 Indagini strumentali di II° livello e certificazioni nei servizi per le dipendenze: come, dove e quando (N. Barbera)
15.00 TAVOLA ROTONDA - I Ser.T. ed i problemi medico legali: nella giungla delle norme giuridiche dalle certificazioni di non tossicodipendenza alle competenze all’interno delle C.M.L.
Moderatore: P. Falco - Relatori: F. Brogna, P. La Rosa, O. Russo, V.C. Romano
16.00 Somministrazione questionario ECM
16.15 Chiusura lavori

Altre informazioni utili


L’iscrizione è obbligatoria.
E' possibile iscriversi dal 11/09/2015 al 21/10/2015, e solamente via internet, mediante la compilazione online del modulo disponibile su http://www.publieditweb.it sezione Eventi, o direttamente a partire da qui.


mercoledì 9 settembre 2015

Relazione al Parlamento 2015

E' disponibile la Relazione al Parlamento 2015 su droga e dipendenze.
Molto interessante quest'anno perché finalmente c'è un sostanziale apporto degli Operatori dei SerT e delle CT.

La trovate su http://www.politicheantidroga.it/attivita/pubblicazioni/relazioni-al-parlamento/relazione-annuale-2015/presentazione.aspx

giovedì 18 giugno 2015

Trattamento farmacologico dei disturbi da alcol

Questa relazione è stata tenuta dal presidente della sezione regionale SITD, dott. Placido La Rosa al convegno su "Alcoldipendenza e trattamenti psicosociali" organizzato lo scorso 20 maggio a Gela dall'associazione Casa Famiglia Rosetta.




TRATTAMENTO FARMACOLOGICO
DOTT. LA ROSA PLACIDO
(RESPONSABILE SERT DI GELA – PRESIDENTE SEZIONE REGIONALE SITD)


L’evidenza scientifica e l’esperienza maturata negli ultimi decenni dagli operatori del settore hanno ormai reso definitiva l’acquisizione che qualsiasi trattamento farmacologico deve sempre essere accompagnato da un trattamento psicosociale.
Il miglioramento dello stato di salute dei soggetti con problemi alcol-correlati è decisamente maggiore quando il trattamento farmacologico e quello psicosociale si combinano.
E’ necessario che il trattamento farmacologico venga effettuato da servizi specialistici nel trattamento dei problemi alcol-correlati in quanto gli stessi sono gli unici a possedere quel combinato di competenze ed esperienze cliniche, tossicologiche e psicosociali in grado di modulare nel giusto modo l’effettuazione di un trattamento farmacologico.
Il trattamento farmacologico portante è quello “anticraving”, cioè quel trattamento che aiuta i soggetti ad evitare le ricadute nell’uso di alcol o a ridurre i consumi di alcol.
I trattamenti “anticraving”, però, per essere efficaci devono essere continui e duraturi; ciò necessita una “compliance” al trattamento che in soggetti affetti da qualsiasi dipendenza non è facile.
Per riuscire a far sì che un soggetto con problemi alcol-correlati possa correttamente effettuare nel tempo un trattamento farmacologico “anticraving” è importante stabilire una “relazione” terapeutica e costruttiva che prenda in carico la persona nel suo complesso e non solo il suo problema con l’alcol.
E’ necessario che il soggetto si senta accettato e non giudicato, compreso e non biasimato; ciò è più facilmente  possibile in un servizio che abbia caratteristiche e competenze multidisciplinari con diverse figure professionali (medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, educatori, etc.) in grado di fornire un sostegno variegato e continuo al soggetto e alla sua famiglia.
Tra i diversi servizi pubblici presenti nelle realtà territoriali solo i SERT hanno o per lo meno dovrebbero avere le caratteristiche su esposte e, pertanto, possono essere considerati le strutture specialistiche pubbliche di riferimento ove orientare i soggetti con problemi alcol-correlati.
Il trattamento esclusivamente medico (praticato, ad esempio, dal medico di medicina generale o dal reparto ospedaliero) non ha le caratteristiche prima esposte in quanto quasi sempre  si limita alla somministrazione farmacologica che può sul momento permettere il superamento di una sindrome astinenziale o di altri problemi alcol-correlati, ma che, senza un supporto psicosociale, nella quasi totalità dei casi si determina una ricaduta nei comportamenti alcol-correlati.
Il trattamento farmacologico “anticraving” in Italia si avvale di diversi farmaci che hanno tale indicazione specifica (Tabella 1).


                TABELLA 1


Il “craving” si incontra in tutte le forme di dipendenza patologiche e può essere definito come il desiderio irrefrenabile di assumere una sostanza; tale desiderio se non soddisfatto provoca sofferenza fisica e psichica.
Il “craving” sarebbe una sorte di via finale risultata dalla combinazione di diversi fattori quali la situazione emotiva, la reattività agli stimoli, la capacità di controllo e l’autoefficacia, la situazione fisica, le cognizioni sulla propria situazione.
Dal punto di vista neurobiologico nel “craving” si determina una “cascata” neurotrasmettitoriale che modula l’increzione del neurotrasmettitore dopamina nel “Sistema a ricompensa mesolimbico” ed in particolar modo in una zona specifica del cervello detta “nucleo accumbens” con il coinvolgimento di diversi neurotrasmettitori e/o neuromodulatori (serotonina, endorfine, GABA, glutammato).
Il “Sistema a ricompensa” fisiologicamente è deputato a produrre il piacere legato a diversi stimoli (cibo, sonno, attività sessuale, etc.).
L’azione ripetuta dell’alcol, su un cervello predisposto geneticamente e/o a seguito di distress emotivi-traumatici, determina un danneggiamento del “Sistema a ricompensa” con conseguente disregolazione e malfunzionamento.
In pratica l’alcol (come altre sostanze psicoattive o comportamenti di addiction) si sostituisce agli stimoli fisiologici diventando la principale fonte di gratificazione.
L’azione ripetuta dell’alcol, quindi, è in grado di causare fenomeni neuroplastici di adattamento (come, ad esempio, una ridotta sensibilità dei recettori alla dopamina) che sono alla base della stabilizzazione del fenomeno, che si mantiene per molto tempo e che in alcuni casi può essere permanente.
Per una migliore comprensione del “craving” va segnalato il “Modello psicobiologico del craving a tre vie” che distingue tre tipi di “craving”:
  1. REWARD CRAVING (da ricompensa): sostenuto da meccanismi di rinforzo positivo dovuti alla gratificazione (bere alcol per sentirsi bene) e sostenuto da una disregolazione dopamnergica/oppioidergica (deficit di oppioidi);
  2. RELIEF CRAVING (da tensione): sostenuto da meccanismi di rinforzo negativo dovuto alla scomparsa della sintomatologia astinenziale (bere alcol per non stare male) e sostenuto da una disregolazione GABAergica/glutammatergica;
  3. OBSESSIVE CRAVING: sostenuto da una disregolazione serotoninergica con deficit di serotonina.
La possibilità di associare la tipologia del “craving” ad una precisa tipologia di alcolisti permetterebbe di usare i farmaci anticraving in modo corretto ed utile.
Tra le diverse tipologie di alcolisti, qui si propongono le “Tipologie di Cloniger” caratterizzate da:
  • Tipo I° (modello post-traumatico): caratterizzato da dipendenza sviluppatasi in età adulta in seguito ad eventi particolari, componente genetica minore, la dipendenza appare come un incidente o una complicanza, l’effetto ricercato è del tipo ansiolitico/antidepressivo; tale tipologia si può associare con il “Relief craving”;
  • Tipo II° (modello costituzionale): caratterizzato da dipendenza sviluppatasi in età precoce e che si mantiene spesso per tutta la vita, componente genetica forte, spesso associato a disturbi di personalità o mentali, l’effetto riscontrato è la ricreazione; tale tipologia si può associare al “Reward craving”.
Una corretta conoscenza delle abitudini alcoliche, delle caratteristiche del “craving”, della struttura di personalità, delle altre patologie coesistenti, del contesto familiare e sociale, permette di poter riconoscere una tipologia precisa alla quale può corrispondere un adeguato e differenziato trattamento farmacologico.
Nella pratica clinica, ovviamente, il tutto è più complicato in quanto molto spesso l’inquadramento diagnostico è molto complesso e non è facile inserire il soggetto in una tipologia precisa.
L’esperienza di chi giornalmente affronta tali problematiche è, in tal senso, determinante per realizzare un corretto e utile trattamento farmacologico.
Si è già detto che il trattamento farmacologico per essere realmente efficace debba essere accoppiato ad un trattamento psicosociale.
Le tipologia di trattamento psicosociale da realizzare dipende sia dalle caratteristiche del soggetto con problemi alcol-correlati, sia dal contesto in cui si verifica il trattamento.
I diversi tipi di trattamento psicosociali si possono così raggruppare:
  • Trattamento psicosociale attraverso i gruppo di auto-mutuo-aiuto presenti in una determinata realtà locale tramite il privato sociale (presenza dei CAT o degli AA.AA.);
  • Trattamento psicosociale da realizzare tramite l’inserimento del soggetto in una Comunità Terapeutica, generalmente gestite dal privato sociale;
  • Trattamento psicosociale tramite psicoterapie individuali, di gruppo, di famiglia oppure tramite attività di counselling verso il soggetto e/o i suoi familiari; tale attività può essere svolta o all’interno di un servizio pubblico o attraverso il privato sociale.
E’ necessario, per una migliore efficacia del trattamento nel suo complesso, che si stabilisca una efficace collaborazione allorquando il trattamento farmacologico e quello psicosociale vengono svolte da strutture diverse (per esempio farmacologico da un servizio pubblico e psicosociale da un servizio del privato sociale).

Alcol e Società


Questa relazione è stata tenuta dal nostro dott. Michele Parisi al convegno su "Alcoldipendenza e trattamenti psicosociali" organizzato lo scorso 20 maggio a Gela dall'associazione Casa Famiglia Rosetta.



ALCOL E SOCIETA’
Michele Parisi
Responsabile Ser.T. Nicosia (EN)
Presidente Sezione Siciliana Società Italiana Alcologia

L’alcol è una sostanza tossica, cancerogena, teratogena, che causa dipendenza e danni fisici, psichici e relazionali, ma, nonostante tutto ciò, se chiedessimo alla stragrande maggioranza della popolazione, pochissime persone penserebbero di descriverla con queste caratteristiche, il resto ne celebrerebbe i presunti effetti salutari, che nessun ricercatore, degno di tal nome, condividerebbe. Il comune cittadino si avventura nel sostenere che è il tipo di uso, che ne viene fatto, a determinare dei rischi, che quasi sempre sono legati alla modalità di consumo degli altri e mai alla propria. Se poi confrontiamo l’alcol ad una sostanza di tipo illegale (per es. la cannabis), quasi nessuno avrebbe dubbi invece nel considerare rischioso anche un singolo uso. Eppure droga è sia l’una che l’altra, ma gli aspetti culturali che le differenziano, e di conseguenza quelli legali, producono giudizi così diversi. Il consumo di qualsiasi bevanda alcolica, anche in piccolissime dosi, è un comportamento a rischio (rischio non sempre si traduce in danno) e questa affermazione non è scientificamente confutabile date le caratteristiche, precedentemente enunciate, che l’alcol possiede. L’alcol rappresenta la terza causa di morte prematura o cattivo stato di salute e la principale causa di morte prematura o cattivo stato di salute tra i 25 e i 59 anni. L’intervento pubblico è caratterizzato da politiche più sensibili all’economia, ai guadagni fiscali e alla promozione del prodotto che ai guadagni in salute. Nel mondo si perdono 13 milioni di anni di vita per le droghe e ben 69 milioni per l’alcol in un anno; in un anno per droga muoiono 250.000 persone con un’alta mortalità giovanile, per alcol ne muoiono 3.330.000 con un’alta mortalità fra gli adulti e gli anziani (nel 2012 il 5,9% delle morti globali sono state attribuite all’alcol). In Europa si perdono 2.400.000 di anni di vita per le droghe, mentre per l’alcol 17.300.000. Se poi consideriamo le morti alcol correlate in Italia nel 2012 sono state 20.000, mentre quelle per eroina si sono fermate a 610. Relativamente ai decessi alcol correlati nel 2010 (18.000 morti in Italia secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità), se osserviamo la distinzione per sesso e le percentuali per singole regioni, notiamo che sia per i maschi che per le femmine la Sicilia occupa l’ultimo posto per i decessi alcol correlati (rispettivamente il 2,47% e lo 0,81%). Le percentuali più alte le riscontriamo per i maschi nella Valle d’Aosta con il 6,73% e per le femmine nel Molise con il 2,41%). Nella relazione al Parlamento del 2014 per quanto riguarda la Sicilia viene scritto: “Tutti gli indicatori considerati per il monitoraggio dei consumi e dei comportamenti a rischio presentano valori inferiori alla media nazionale, indipendentemente dal sesso, ad eccezione di quello relativo alla prevalenza dei consumatori di amari e, per i soli uomini, di quello relativo ai consumatori di birra. Per gli uomini il valore relativo alla prevalenza dei consumatori di vino e dei consumatori abituali eccedentari (qualsiasi consumo per i minori di 18 anni, più di 1 unità alcolica al giorno per le donne e gli over 65 e più di 2 unità alcoliche per i maschi fra i 18 e i 65 anni) risulta essere il più basso di tutte le Regioni. Rispetto all’anno 2012 si registra per entrambi i sessi una diminuzione statisticamente significativa della prevalenza dei consumatori in modalità binge drinking, della prevalenza dei maschi che hanno consumato superalcolici e delle femmine che hanno consumato bevande alcoliche fuori pasto.” Tali dati, che sembrano confortanti per la nostra regione, non ci devono far dormire sonni tranquilli, poiché anche in Sicilia i problemi alcol correlati coinvolgono ancora tante, troppe persone e le loro famiglie. Ancora dalla relazione al Parlamento del 2014, ma relativamente stavolta a dati nazionali: “Nel decennio 2003-2013 l’ISTAT ha rilevato la diminuzione della quota di consumatori totali – almeno una bevanda alcolica su base annua – (dal 68,7% del 2003 al 63,9% del 2013), la diminuzione della quota di consumatori giornalieri (dal 31% del 2003 al 27% del 2013), l’aumento dei consumatori occasionali (dal 37,6% del 2003 al 41,2% del 2013). Il consumo fuori pasto è progressivamente aumentato (dal 24,8% del 2003 al 25,8% del 2013) e nel 2013 ha riguardato 14 milioni di persone. Se osserviamo il fenomeno per classi di età, risulta evidente che il consumo fuori pasto è soprattutto diffuso tra i giovani (18-24 anni) e i giovani adulti (25-44), che lo adottano spesso nell’ambito di occasioni e contesti legati al divertimento e alla socializzazione. Preoccupante è invece la crescita negli ultimi 10 anni del consumo fuori pasto tra le femmine che sono passate dal 13,8% al 15,8%, tale crescita nelle femmine si è verificata in tutte le fasce di età ed è stata nettamente superiore rispetto al dato complessivo dei consumatori fuori pasto tra i maschi che risulta pressoché stabile (36,6% nel 2003, 36,5% nel 2013).” Da questi dati viene confermato il cambiamento progressivo del modello di consumo, da quello mediterraneo a quello anglosassone. Sicuramente in Italia la riduzione dei consumi a 6 litri pro capite di alcol puro in un anno, che ci colloca fra le 4 nazioni della Regione Europea dell’OMS (56 nazioni) con i consumi più bassi, rappresenta un grosso passo avanti in termini di salute per la nostra popolazione, ma registriamo un incremento di rischio per alcune fasce di popolazioni (adulti, donne e anziani). E proprio su questi target bisogna migliorare le azioni da mettere in campo.
Se adesso prendiamo in considerazione le cause dei decessi alcol-attribuibili, notiamo che il cancro causa il 33% delle morti alcol correlate e gli incidenti il 30%, con la differenza che nei giovani sono gli incidenti che determinano tali decessi, mentre negli anziani sono più le neoplasie maligne, anche se gli incidenti e le cadute fanno la loro parte. Per quanto riguarda il cancro, l’alcol è uno dei più rilevanti fattori di rischio evitabili. Direttamente o indirettamente contribuisce, anche per minimi consumi, al maggior rischio di cancro causato da altri fattori, come il sovrappeso e l’inattività fisica. I meccanismi biologici alcol-correlati che mediano il cancro non sono pienamente compresi. Le bevande alcoliche possono contenere almeno 15 composti cancerogeni tra cui acetaldeide, acrilamide, aflatossine, arsenico, benzene, cadmio, etanolo, carbammato di etile, formaldeide e piombo. Il recente rapporto del 2014 dell’OMS afferma che non si può stabilire una soglia minima al di sotto della quale l’assunzione di etanolo non costituisce una minaccia per la salute, soprattutto in relazione al rischio di contrarre alcuni tipi di cancro. L’IARC (International Agency for Research on Cancer), organismo dell’OMS, ha già dichiarato l’etanolo cancerogeno dal 1998, inserendolo nel gruppo 1 (cancerogeni certi) insieme all’arsenico, all’asbesto, al benzene, ai radionuclidi e al tabacco. Un drink (10 grammi di etanolo) a settimana determina un incremento di rischio del 24% per il cancro alla bocca, alla faringe e alla laringe e del 4% per il cancro all’esofago. Un drink al giorno determina un incremento di rischio del 9% per il cancro colon rettale e del 10% per il cancro della mammella. Gli anziani sono più sensibili agli effetti dell’alcol, e quindi anche all’effetto cancerogeno, a causa di alcune modificazioni fisiologiche, quali il calo del rapporto liquidi/grassi corporei per cui, riducendosi l’acqua, si ha una minore diluizione dell’alcol, il calo del flusso sanguigno epatico con conseguente incremento di rischio di danno epatico, la ridotta efficienza degli enzimi epatici con alterazione del metabolismo dell’alcol e la riduzione della reattività cerebrale con un più rapido effetto sul cervello e, di conseguenza, più rilevanti danni cognitivi. Le stesse quantità di alcol possono, quindi, determinare, tra gli anziani, livelli più elevati di concentrazione di alcol nel sangue, rispetto alle persone più giovani, con un rischio, tra gli automobilisti anziani, di rimanere coinvolti in incidenti stradali tre volte più elevato tra chi ha consumato anche piccole quantità di alcol, rispetto a chi non ne ha consumato.  
Se spostiamo l’attenzione sui giovani, oltre al fenomeno del binge drinking, già noto ormai da più di un decennio, si affacciano all’orizzonte tutta una serie di comportamenti ad altissimo rischio, tra cui la nek (dall’inglese neck collo, in questo caso di bottiglia) nomination, una gara a chi beve di più e più velocemente possibile, davanti a una telecamera. Il video viene poi postato sui social network e così parte la nomination, la chiamata verso altri tre ragazzi, che entro le 24 ore sono invitati ad accettare la sfida. Se non accettano, saranno costretti a pagare da bere e ad essere derisi sul web. E’ partita dall’Australia, ma da tempo è già arrivata in Italia. Un altro comportamento è l’eye balling (bere alcol attraverso gli occhi), il versare bevande alcoliche, vodka principalmente, direttamente negli occhi, come fosse un innocuo collirio, per raggiungere velocemente il culmine dello sballo, ma con danni alla vista, bruciori fortissimi, lesioni alla cornea, lacrimazione, rossore e impossibilità di aprire gli occhi. Il balconing, invece, è il lanciarsi, dopo aver bevuto, dai balconi degli alberghi per cercare di tuffarsi direttamente nella piscina o di saltare sulla terrazza di un’altra stanza; purtroppo il salto può finir male e alcuni giovani sono morti nello schianto. Il pub crawl (da alcuni definito anche surf etilico) è il bere, solitamente in gruppo, in diversi pub in una sola serata, muovendosi da un pub all’altro normalmente a piedi. Esistono organizzazioni che gestiscono alcuni famosi pub crawl, dando appuntamento ai turisti in luogo prestabilito, dove iniziare a bere. Comunemente il numero di pub visitati è un multiplo di 3, da un minimo di 3 ad un massimo di 18. Per drunkoressia s’intende quella che può diventare una vera e propria abitudine a rinunciare alla cena per bere di più, rinunciare alle calorie di un’abbuffata alimentare sostituendole con quelle di un’abbuffata alcolica. E’ tipica delle adolescenti, il bere aiuterebbe a migliorare i rapporti sociali e il non mangiare ad ubriacarsi ancora più rapidamente. Bisogna, però, considerare che limitare il consumo delle bevande alcoliche, o meglio smettere di bere, è una delle indicazioni per ridurre il peso. L’alcol apporta 7 kilocalorie per grammo, motivo per cui un bicchiere di bevanda alcolica, che contiene mediamente 12 grammi di alcol, apporta circa 100 calorie. Mezzo litro di vino o due lattine di birra corrispondono rispettivamente a circa 350 e 170 kilocalorie. A titolo di confronto una barretta di cioccolato o un gelato o un sacchetto di patatine apportano circa 200 kilocalorie. Per smaltire le calorie derivanti da un paio di bicchieri di bevanda alcolica, sarebbe necessario camminare per circa 50 minuti oppure nuotare per 30 minuti o ballare per 35 minuti o fare aerobica per 32 minuti. Se i bicchieri aumentano, ovviamente, l’impegno fisico sale progressivamente. Sottraendo per un anno alle usuali abitudini di consumo 2 bicchieri di vino, birra o qualunque alcolico al giorno (180 kilocalorie), si ottiene la perdita di peso di oltre 9 chili. Considerando, adesso, lo sviluppo del cervello, dai 12 ai 21 anni si assiste ad un ampio rimodellamento (pruning), che conduce il cervello da una modalità di ragionamento impulsiva, emozionale ad una razionale. Bere bevande alcoliche interferisce con questi processi e blocca lo sviluppo verso lo stato cognitivo dell’adulto. La corteccia prefrontale, deputata alla razionalità, si sviluppa nel corso della preadolescenza, ma può involversi, a causa dell’uso di bevande alcoliche, cristallizzando la persona in una modalità di comportamento impulsivo, aggressivo, orientato alla ricerca del rischio, tipico dei giovanissimi. Interessante una ricerca effettuata su maschi fra gli 11 ed i 25 anni, relativamente alla probabilità di essere consumatori di alcol a rischio. Tale probabilità è di 2,1 volte maggiore per i fumatori e di 1,7 volte per gli ex fumatori rispetto ai non fumatori. E’ di 1,4 volte e di 1,5 volte maggiore per un giovane che partecipa a manifestazioni sportive occasionalmente o più frequentemente, che per chi non ci va mai. E’ di 2,3 volte maggiore per un giovane che frequenta oltre 6 volte l’anno le discoteche, che per chi non ci va mai. E’ di 1,3 volte e 2,2 volte maggiore per un giovane che partecipa a concerti di musica occasionalmente o frequentemente, che per chi non ci va mai. E’ 1,7 volte maggiore per chi partecipa a riunioni di associazioni culturali, ricreative o di altro tipo, che per chi non c’è mai andato. E’, invece, del 30% inferiore per chi frequenta chiese o luoghi di culto, rispetto a chi non ci va mai.
Ritornando ai presunti effetti benefici del consumo di bevande alcoliche, sono interessanti le considerazioni di alcuni ricercatori sulle criticità nelle evidenze a favore degli effetti protettivi di bassi consumi di bevande alcoliche. Si può ragionevolmente ritenere, che chi ha bassi consumi di alcol presenta un rischio minore in funzione di tutta una serie di fattori connessi ad uno stile di vita più sano, rispetto a chi consuma più alcol. Un maggiore grado di istruzione/consapevolezza, una maggiore disponibilità economica accompagnata da una maggiore cura di sé stessi, il consumo ai pasti, caratterizzato da una dieta mediterranea ricca di olio di oliva, frutta e verdura, che il consumatore di vino utilizza maggiormente sia rispetto ai non bevitori che ai bevitori di altre bevande alcoliche, svolgono quel ruolo protettivo nei consumatori di vino, che, spesso, viene erroneamente attribuito ai polifenoli presenti nel vino in bassissima concentrazione. Il resveratrolo, sostanza presente negli acini di uva nera, protegge i soggetti affetti da diabete e malattie cardiache con un dosaggio di 150 milligrammi al giorno. Il problema è che ogni bicchiere di vino rosso ne contiene 1,5 milligrammi e, quindi, per ottenere i suddetti effetti, sarebbe necessario bere 100 bicchieri di vino al giorno. Stessa cosa per il suo effetto anticancerogeno e anche di attenuazione dell’effetto cancerogeno dell’etanolo. Non si può affermare, quindi, che un bicchiere di vino fa bene, non si possono vantare proprietà salutistiche delle bevande alcoliche.
Andando agli aspetti diagnostici e trattamentali dei consumatori a rischio o problematici, in quasi tutti i paesi studiati vi è un notevole divario tra il numero di persone che potrebbero trarre beneficio dal counseling sul consumo di alcol, l’impegno in programmi di riabilitazione sociale o di trattamento e il numero di coloro che ricevono tale counseling o trattamento. E’ stato stimato che solo 1 su 20 di coloro che fanno un uso rischioso o dannoso di alcol sono effettivamente identificati e ricevono un intervento breve da parte di un medico di medicina generale; allo stesso modo meno di 1 persona su 20, che abbia una diagnosi di dipendenza da alcol, ha effettivamente avuto un consulto con uno specialista per un trattamento. Lasciare invariata la situazione corrente potrebbe essere considerato privo di costo, ma questa è un’affermazione ingannevole. Gli investimenti in programmi di identificazione precoce e di intervento breve non solo migliorano la salute e salvano vite umane, ma permettono anche di risparmiare il denaro del sistema sanitario. Dai dati del 2013 del sistema di sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), solo una piccola parte degli intervistati (15%) riferisce che un operatore sanitario si è informato sui comportamenti in relazione al consumo di alcol. La percentuale di bevitori a rischio che ha ricevuto il consiglio di bere meno da parte di un operatore sanitario è del 6%. Tra i fattori di rischio comportamentali il consumo di alcol rappresenta l’abitudine di cui si ha meno consapevolezza. In una ricerca che prevedeva la somministrazione di un questionario a medici di medicina generale, solo il 31,9% ha dichiarato di conoscere gli strumenti per lo screening del consumo rischioso e dannoso di alcol e dell’alcoldipendenza (AUDIT, AUDIT C, CAGE, FAST, ecc.) e di questi soltanto la metà li utilizza nella pratica clinica. Tra coloro che dichiarano di conoscere ed utlizzare uno strumento per lo screening del consumo rischioso e dannoso di alcol e dell’alcoldipendenza, il 73,9% utilizza l’AUDIT (il 60,9% l’AUDIT a 10 domande ed il 13% l’AUDIT C, forma breve a 3 domande), lo strumento studiato appositamente per l’individuazione dei consumatori a rischio. Nella stessa ricerca solo il 37,5% dichiara di avere familiarità con il concetto di intervento breve nel consumo rischioso e dannoso di alcol e, per chi lo conosce, la quasi totalità lo utilizza nella pratica clinica. Tra coloro che dichiarano di avere familiarità e di utilizzare l’intervento breve nel consumo di alcol, il 48,4% utilizza l’approccio cognitivo comportamentale del colloquio motivazionale e il 17,2% dichiara di utilizzare un proprio stile personale di comunicazione. La quasi totalità dei partecipanti all’indagine ritiene utile effettuare uno screening sistematico sul consumo di alcol nella pratica clinica del medico di medicina generale. Dopo lo screening l’eventuale utilizzo dell’intervento breve (della durata di non più di 5 minuti), determinerebbe una riduzione dei consumi o l’invio ad interventi di secondo livello con effetti in termini di salute pubblica estremamente positivi. Anche i rischi legati al consumo di alcol durante la gravidanza e l’allattamento sono poco conosciuti e molto sottovalutati. Nel corso del progetto “Mamma Beve Bimbo Beve” è stato somministrato un questionario sulle opinioni e gli atteggiamenti dei professionisti sanitari che lavorano nei servizi dell’area materno infantile dell’Azienda ULSS 9 di Treviso, dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. Uno su quattro riteneva che una donna possa bere un po’ di alcol quotidianamente durante la gravidanza e solo il 26% delle ostetriche, il 12% dei medici dell’Azienda Sanitaria e il 14% dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta ha riferito di suggerire alle donne di astenersi dall’alcol in gravidanza. E’ scientificamente acclarato che una donna che progetta una gravidanza deve astenersi dall’assumere qualsiasi quantità di qualsiasi bevanda alcolica, poiché anche una singola assunzione potrebbe determinare nel nascituro uno dei svariati quadri clinici della FASD (Fetal Alcohol Spectrum Disorder), che da recenti dati epidemiologici è la fetopatia più diffusa, superando sia la sindrome di Down che la spina bifida. Risulta quindi estremamente importante in termini di salute pubblica sensibilizzare sia gli operatori sanitari che le donne in età fertile e poi anche la popolazione generale ed è molto interessante in tal senso una campagna mondiale denominata “Too Young To Drink”, lanciata sempre dall’azienda sanitaria di Treviso.
Prendendo adesso in considerazione i servizi che si occupano degli interventi di secondo livello, nella maggior parte dei casi le caratteristiche dei servizi e dell’utenza che vi accede sono fortemente influenzate da elementi organizzativi e di contesto, piuttosto che da linee guida cliniche omogenee, con approcci terapeutici disomogenei, che possono essere causa di gravi diseguaglianze in termini di salute. Una formazione specifica è pertanto indispensabile per garantire uno standard di identificazione del problema, di valutazione e di approccio al trattamento. In una ricerca del 2013 si è stimato che, nella nostra nazione, solo il 23% delle persone con problemi alcol correlati, che necessiterebbero di un trattamento di secondo livello, accedono a tali servizi. Questo 23%, che potrebbe e dovrebbe essere migliorato, è comunque il più alto in Europa, a dimostrazione che nel campo dell’assistenza alcologica non siamo secondi a nessuno. Eppure un qualunque ampliamento del numero dei trattati garantirebbe una evidente riduzione della mortalità alcol correlata. Se il trattamento fosse esteso al 40% si registrerebbe una riduzione della mortalità alcol correlata del 13% negli uomini e del 9% tra le donne in un anno. E’ da colmare, quindi, il divario esistente nell’accesso e nel ricorso alle prestazioni destinate al recupero dei problemi alcol correlati, prevedendo l’adeguamento dell’offerta assistenziale e di trattamento attualmente erogata dai servizi che si occupano di alcologia. Parallelamente è indispensabile la sollecitazione di iniziative e di programmi volti ad identificare ed attirare le persone con problemi alcol correlati, non ancora intercettate da sistemi formalizzati e coordinati di identificazione del rischio alcol correlato nella popolazione. E’, in tal senso, da privilegiare un coordinamento delle risorse disponibili sul territorio e la costituzione e attivazione di una rete atta a garantire la verifica dell’esigenza di intervento per problematiche alcol correlate per le quali è da ampliare l’accesso al trattamento alcologico e comunque l’arresto della progressione del danno e la prevenzione delle complicanze. Senza dimenticare le azioni di sensibilizzazione e di prevenzione rivolte alla popolazione generale, destinate a scardinare i luoghi comuni e le false credenze sugli effetti dell’alcol. Mettendo insieme tutto ciò, potremo realmente vivere, in un futuro speriamo molto prossimo, in una società con meno problemi alcol correlati e quindi con più salute e benessere.    

  
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